San Michele aveva un gallo di Vittorio Taviani e Paolo Taviani

Storia
Giulio Maineri, un anarchico internazionalista di origini borghesi, verso il 1870 guida un colpo di mano in una piccola città. L'impresa fallisce, perché immatura e mal preparata, e il capo viene condannato a morte. Mutata la pena nell'ergastolo, Maineri riempie la sua cella di solitarie fantasie. Parlando con se stesso finge di trovarsi nel mezzo dei dibattiti politici e di assistere al trionfo della rivoluzione: così vince lo sgomento della segregazione e si conserva uomo vivo. Passati dieci anni, durante il trasferimento in un'isola della Laguna, incrocia una barca che porta in galera altri sovversivi, e scambia con loro qualche parola. Quanto basta per esprimere le differenze fra due modi di ribellarsi. Mentre Maineri è rimasto uno "spontaneista" che punta tutte le sue carte sull'immaginazione, i più giovani hanno sostituito la lotta paziente all'avventurismo. Per Maineri non c'è più posto: può affogarsi in Laguna.

Fonte: Coming Soon

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